"La fioritura è stata buona così come la allegagione; qualche problema lo abbiamo avuto per le piogge mancate fra fine agosto e i primi di settembre ma l'annata si preannuncia buona anche se forse con frutti più piccoli di dimensione".
Queste le parole sul futuro prossimo della produzione del Marrone del Mugello Igp espresse dal presidente della consorzio Emanuele Piani. Sembrerebbe tutto nella norma e che si sia al cospetto delle solite previsioni dell'annata se non fosse che, anche la castanicoltura dopo gli eventi del 16 e 17 maggio che ha coinvolto l'Alto Mugello e la Romagna ha subito danni importanti.
Un affermazione che è invece la rappresentazione plastica della resilienza della gente di montagna che sa sempre vedere il bicchiere mezzo pieno anche nelle difficoltà ricordando infatti che gli eventi legati al maltempo del 16 e 17 maggio hanno colpito duramente anche fra i tremila ettari di castagneto mugellano.
Frane e smottamenti che hanno colpito sia a Marradi che a Palazzuolo sul Senio e a Firenzuola e che addirittura hanno impedito per molto tempo anche di poter raggiungere i castagneti dato che le frane avevano tagliato in due molte aziende e che la terra ha continuato "a muoversi" per un po' di tempo. In quei giorni anche le certezze della gente di montagna iniziarono a traballare e Emanuele Piani facendo il punto della situazione ci raccontava di "oltre al danno diretto per le piante travolte dalle frane e perse per sempre c'è quello indiretto alla produzione perché molti castagneti sono irraggiungibili e isolati."
A distanza di quattro mesi e nell'epoca in cui appunto si fanno le previsioni della stagione siamo tornati a verificare lo stato di salute del castagneto mugellano e le notizie ricevute, come confermano le affermazioni di previsione dell'annata, sono più che incoraggianti e profumano di normalità, o quasi.
"La situazione è stabile – conferma Piani – dove ci sono state le frane si è persa la produzione insieme alle piante ma di fatto ad oggi ci sono ancora aziende in parte isolate mentre per altre la viabilità è stata ripristinata in maniera provvisoria.
Solo durante la raccolta però ci potremo rendere conto di quante piante non sono riuscite a produrre il frutto per il fenomeno del dissesto."
Quindi, bene l'ottimismo ma con cautela dato che i danni ci sono.
"Ciò che più interessa alle aziende è poter continuare a raggiungere le superfici da coltivare e soprattutto poterlo fare in sicurezza con un'attenta verifica dei movimenti franosi."
C'è ottimismo e non solo per la resilienza montanara. C'è ottimismo anche perché l'Assessore regionale Stefania Saccardi non ha mai fatto mancare la sua attenzione anche coi fatti e c'è ottimismo perché c'è la consapevolezza dell'importanza della castanicoltura non solo per la produzione del marrone.
Il castagneto che notoriamente è la coltivazione più importante delle aree montane e che nel territorio mugellano coinvolge circa un centinaio di produttori è oltremodo fondamentale per arginare il dissesto idrogeologico che dopo i fatti di maggio sappiamo bene cosa sia!
Un pendio e un versante coltivato a castagno ha infatti dal 15 al 30% in meno il rischio di andare incontro al dissesto idrogeologico e quindi quella del castagno non è solo coltura e cultura, ma un ottimo motivo per non abbandonare la montagna!
E in Mugello il ricambio generazionale nella castanicoltura c'è!
"Da una quindicina d'anni – sottolinea Piani – il marrone del Mugello igp sta riscuotendo molto successo anche fra i giovani imprenditori agricoli che peraltro oltre ad essere il necessario ricambio generazionale rappresentano anche un vento di novità in idee e progetti.
I nuovi prodotti e le nuove filiere hanno già portato alla sviluppo di due progetti che permettono al Mugello e al suo marrone di stare bene sul mercato con nuove tecnologie e nuovi prodotti."
Lunga vita al marrone Igt del Mugello!