Si è svolto nella mattinata di oggi, Venerdì 29 novembre, lo sciopero generale indetto a livello nazionale da CGIL e UIL in dissenso contro la Legge di Bilancio del Governo. La manifestazione ha raccolto uno straordinario consenso in Toscana, circa l'80%, interessando tutti i settori tranne quello ferroviario e portando circa 70 mila persone nella città di Firenze.
Il corteo, in particolare, è partito da piazza Santa Maria Novella e si è concluso in piazza Poggi, dove sono intervenuti sul palco il segretario di CGIL Toscana Rossano Rossi, il segretario generale di UIL Toscana Paolo Fantappiè, Ivana Veronesi, della segreteria nazionale della UIL, insieme a lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Insieme a loro anche i massimi esponenti delle istituzioni regionali e cittadine e della politica regionale.
Le due sigle sindacali sono scese in piazze per chiedere di cambiare la Legge di bilancio, in quanto è stata considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” rivendicando l'aumento del potere di acquisto, dei salari e delle pensioni oltre che dei finanziamenti a sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
"Con buona pace di chi vorrebbe limitare il diritto di sciopero, in Toscana si rilevano grande adesione all'agitazione e grande partecipazione alla manifestazione. – ha dichiarato Rossano Rossi – Da qui è partito un messaggio forte verso il Governo: questa manovra è ingiusta, penalizza particolarmente la nostra regione e va cambiata nella direzione di una maggiore giustizia sociale".
Continua Rossi: "Senza riposte concrete dall'esecutivo, la mobilitazione andrà avanti e ci troverete ancora nelle piazze e nei luoghi di lavoro a protestare, insieme alla tanta gente che non ne può più di fare i conti con l'inflazione e salari fermi e di vedere aumentare le diseguaglianze e le ingiustizie sociali, le crisi industriali, i problemi della sanità e i servizi pubblici, mentre le spese militari si impennano".
Ha proseguito Paolo Fantappiè: "La popolazione in Toscana ha risposto alla grande. Siamo qui perché c'è un paese che non riesce ad arrivare alla fine del mese, i dipendenti e pensionati che non ce la fanno più. – prosegue – Serve un recupero del potere d'acquisto e risorse su diversi temi fondamentali come sanità e stato sociale. La manovra non dà risposte neanche su precariato e sicurezza sul lavoro". Conclude Fantappiè: "Avevamo fatto delle proposte, dalla detassazione degli aumenti contrattuali all'extra-tassa sugli extraprofitti. È opportuno andare a tassare rendite e grandi capitali a favore del lavoro e delle persone meno abbienti. Da qui lanciamo un grido d’allarme!”