I lavori sulla Brisighellese-Ravennate riguardo il nuovo ponte sulla Faentina tornano a far parlare di loro. Negli scorsi giorni la Consigliera comunale di Borgo San Lorenzo Vittoria Boni, capogruppo della coalizione di centrodestra in Consiglio comunale 'Borgo Visione' ha presentato un'interrogazione al Sindaco Leonardo Romagnoli e alla sua Giunta riguardante il cantiere che è stato aperto, su ordinanza della Città metropolitana di Firenze, lo scorso marzo in località La Brocchi. Un cantiere che ha avuto un impatto considerevole sulla viabilità a Borgo San Lorenzo, obbligando i mezzi pesanti ad attraversare un'unica arteria già compromessa dal traffico che viene aggravato anche da altri cantieri aperti nell'area.

L'interrogazione, in particolare, vorrebbe sapere dal Primo cittadino se i lavori rispetteranno la data di scadenza prevista dall'ordinanza della Consulta, fissata per il 12 gennaio del 2025. Una data che le cittadine e i cittadini del Mugello starebbero aspettando con un'attesa dal sapore quasi messianico. Ad aumentare le perplessità della Consigliera Boni, inoltre, sarebbe la persistente assenza degli operai che dovrebbero fare i lavori sul nuovo ponte.

Stando a questa interrogazione, quindi, la Brisighellese-Ravennate, nel giro di poco tempo, si sarebbe trasformata nella Fortezza Bastiani evocata da Dino Buzzati ne "Il deserto dei tartari". Nel romanzo i soldati attendono l'arrivo del nemico da combattere. Sulla strada provinciale, nel mondo reale, la cittadinanza, congestionata del traffico, sarebbe in attesa disperata, ma nonostante fiduciosa, del personale che si decida a ultimare i lavori.

Non si è fatta attendere la risposta della Città Metropolitana di Firenze che ha risposto alla Presidente del Consiglio comunale di Borgo San Lorenzo Federica Cerbai e alla stessa Consigliera Boni, nelle persona dell'Ingegnera Maria Teresa Carosella, Responsabile della Direzione Viabilità Area 1, che ha elencato le ragioni che avrebbero causato il fermo dei lavori. Si parla delle condizioni metereologiche sfavorevoli per la realizzazione della tipologia dei lavori previsti in questa prima fase. Solo questo. Qual è la tipologia dei lavori? In che modo le condizioni meteo vi impattano? Non è dato saperlo.

Quel che è certo e che forse, nella risposta di una personalità responsabile della Viabilità, a un'interrogazione presentata da una Consigliera comunale di un Comune della Città Metropolitana e che è passata anche tra le mani della Presidente del Consiglio comunale e dell'Assessore ai Lavori pubblici dello stesso Comune, ci si aspetterebbe un po' meno genericità e una spiegazione un po' più puntuale e approfondita. Cosa succede se un domani la cittadinanza si reca dal Sindaco per chiedere spiegazione di questi rallentamenti? La prima risposta è per le condizioni metereologiche e se a questa segue un verdoniano "in che senso?", che si fa? Gli si risponde "Chiedetelo alla Carosella."? Evidentemente i piani sembrano questi.

Un altro fattore di rallentamento viene poi imputato a un non ben precisato "imprevisto geologico" che richiederebbe opere integrative le quali renderebbero necessaria una proroga di tre mesi alla fine dei lavori, che passerebbe da gennaio ad aprile del 2025. Quale sia questo imprevisto geologico e cosa si debba fare nel concreto per ovviarvi, resta un mistero della fede.

A questo punto cittadine e cittadini possono guardarsi incuriositi e chiedersi se sotto l'arteria stradale sia stato scoperto un vulcano inattivo da ere e che improvvisamente si è risvegliato a causa dei cambiamenti climatici; se la faglia di Sant'Andrea, in realtà, parte dalla California, attraversa un intero oceano e un intero continente, andando a zig zag fino ad arrivare nel Mugello oppure se sotto la strada provinciale sia stato scoperto un pozzo petrolifero. "Signora mia, vuole vedere che il Mugello è diventato la Dubai della Toscana?".

La risposta non ha soddisfatto nessuno. Infatti è arrivata con una certa celerità la risposta della Consigliera Boni. 

La giustificazione dei ritardi nei lavori, attribuiti agli ‘imprevisti geologici’ e alle ‘condizioni meteorologiche sfavorevoli’, appare come l’ennesimo tentativo della Città Metropolitana di coprire come minimo una pianificazione insufficiente e purtroppo anche un disinteresse verso il territorio periferico del Mugello.
Da mesi, infatti, il cantiere risulta spesso abbandonato, senza la presenza di operai, e le condizioni meteo non ci paiono così avverse da giustificare un tale rallentamento.

Vorremmo inoltre far notare che questi ritardi hanno un costo, soprattutto in termini di viabilità, tempi di percorrenza e disagi nel centro abitato dove confluiscono i mezzi pesanti.
Ci chiediamo se oltre ai disagi, saranno i contribuenti mugellani a dover coprire queste spese derivanti dall’incertezza con cui il progetto è gestito. È necessaria una spiegazione dettagliata dei costi per le “opere aggiuntive” e una rendicontazione chiara di tutte le spese sostenute fino a oggi, oltre a quelle previste nei prossimi mesi. Non possiamo accettare che i costi aggiuntivi, derivanti da una cattiva pianificazione, siano coperti con denaro pubblico, magari di quello che viene destinato proporzionalmente al Mugello.

Non risulta, tra l’altro, dalla risposta fornita, che siano state previste delle penali per l’impresa, considerato il ritardo rispetto all’accordo iniziale.  Dobbiamo quindi accettare, ancora una volta, che i tempi dei lavori pubblici vengano continuamente prolungati senza che vi siano conseguenze? La nostra comunità merita rispetto e chiediamo che i fondi pubblici siano utilizzati con la massima trasparenza e onestà. Rimarremo vigili per ottenere ulteriori spiegazioni e per assicurare che il ponte venga completato nei tempi annunciati, senza altri costi aggiuntivi. Non è accettabile che un’opera così importante venga trattata con tale superficialità a scapito dei cittadini.

Da questo scambio, sembra che i lavori in località La Brocchi siano la tela di Penelope del XXI secolo. Iniziano, poi per il maltempo si fermano, poi vi è un imprevisto che rende necessario costruire alcune opere. Le cittadine e i cittadini dovranno aspettare ancora per vedere la luce in fondo al tunnel senza avere un'idea ben chiara del perché?