Barbara Tedde sommelier e "donna del vino" collaboratrice del nostro giornale on line interamente dedicato al turismo e alla cultura turistica ed enogastronomica Thetuscany.net ci ha regalato uno straordinario divertissement che mette insieme la cronaca musicale del festival di Sanremo con i grandi vini internazionali.
Abbinamenti unici che decretano la prima classifica di Sanremo 2024.
E voi cosa ne pensate?

Comunque vada sarà un successo, al di là delle polemiche e delle critiche che ogni anno spuntano inesorabilmente, il Festival di Sanremo 2024 ha uno share impressionante.
Se ne son viste e sentite di tutti i colori (ma a John Travolta – giusto per curiosità – hanno pignorato la casa per caso?).
Sebbene ancora manchi la grande serata finale, un’idea ce la siamo pur fatta, poi chissà, il ribaltone come accade spesso, potrebbe stravolgere o confermare l’attuale situazione – Borghese Ale docet! –
Faccio la mia, la redazione mi chiede di fare una classifica tutta al femminile ed abbinare un vino
evocativo ad ogni cantante.
Ma disobbedisco e includo anche gli uomini – uno in verità – tra tutto il sentito ed il già canticchiato sotto la doccia fino ad oggi. E allora, non so se leggerete queste righe, se verranno tagliate, modificate o ridotte. Ma io vado… vado eh|

5 posto – Big Mama
Al quinto posto Big Mama con “La rabbia non ti basta” abbatte ogni pregiudizio sociale, ma soprattutto scenico.
Ricorda Madonna negli anni Ottanta, la bellissima canzone di Big Mama è orecchiabile e cantabile, ha un testo che mi porta ad un calice di Syrah di Cortona, possibilmente biodinamico, scuro e profondo, che ha sfidato persino la Cote Rotie e l’Hermitage tanto gli somiglia.
Colore rouge-noir, introverso all’inizio e che si apre con frutti scuri in confettura e tanto pepe.
Lascia in bocca pienezza appagante e avvolgente.

4 posto – Angelina Mango
Al quarto posto metto Angelina Mango con “La noia”.
La Mango manifesta un atteggiamento passionale che non trova pace tra le note ritmate di un ballo gitano. Orecchiabile e ballabile, un testo accattivante. E chi non ha avuto periodi di noia nella vita scagli la prima pietra…
Bevo un Catarratto, sono in Sicilia vicino a Trapani.
Fresco e dal profumo di zagara, mi regala l’emozione col finale che ha il gusto di mandorla fresca.

3 posto – Fiorella Mannoia
Il terzo posto lo dedico a Fiorella Mannoia con “Mariposa”. Per un attimo ho pensato che il tempo si è fermato.
La Mannoia è In forma smagliante e scalza, come Sandie Shaw negli anni Sessanta. Chi dice “io proprio le donne non le capisco” dovrebbe ascoltare questa canzone almeno una volta al giorno. Stupenda.
Bevo uno Chateaunef-du-Pap con 13 vitigni: Grenache – ciliegia, fragola e cannella, Syrah – pepe nero e liquirizia, Mourvedre – frutti neri e cuoio. E poi Cinsault, Roussanne, Cournoise, Clairette, Bourbulenc, ecc…
Un vino ricco e complesso, prezioso e longevo, prima che invecchi ce ne vuole…

2 posto – Loredana Bertè
Al secondo posto la mitica Loredana Bertè con “Pazza”.
Loredana ha le gambe ancora bellissime le mostra con abiti di Valentino, perfetti per lei ed suoi capelli azzurri.
Una canzone con un testo che ha già spopolato, in fondo rappresenta tutti, proprio tutti, chi prima o chi dopo ci odiamo – reduci da amori sgranati, esperienze deludenti e fallimenti – per poi amarci più di prima, che Dio voglia.
Un successo garantito come uno Chardonnay della Borgogna: un Montrachet Grand Cru Bienvenues Batard.
Agrume, menta, frutti a pasta gialla è quello che offre al naso con un’eleganza che non mi fa trovar parole. In bocca è immenso, morbido e succoso, una spalla acida incommensurabile e gradevolissima.

1° posto – Mammouhd
Non ho resistito al suo fascino, lo confesso. E’ Mammouhd con “tuta gold” che vince l’oro.
Lui è bellissimo, vestito poi da Lisa Jarvis è assolutamente splendido.
Un testo che include vita di periferia e spacciatori, Il suo passato che torna ricorrente nelle sue canzoni. L’armonia a tratti arabeggiante, il flusso musicale che invita a ballare, ci berrei un su un Brunello di Montalcino Riserva, possibilmente 2014, annata demonizzata e che oggi è quasi introvabile vista la
meravigliosa evoluzione avuta. Il brutto anatroccolo è diventato cigno.