“L’effetto Fedez sulle donazioni può produrre ricadute potenziali positive anche in Toscana, coinvolgendo specialmente le fasce più giovani. Per ottimizzare al massimo questo flusso è fondamentale prenotarsi per la visita di idoneità, in modo da non ingolfare i centri trasfusionali”.
A dirlo è Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana, commentando i possibili risvolti dell’appello lanciato, nei giorni scorsi, dal rapper e produttore musicale. 
Fedez aveva invitato a donare uscendo dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano, ricordando quanto e come un ciclo di trasfusioni si fosse rivelato cruciale per tutelare la sua salute.
L’enorme impatto mediatico del messaggio – l’artista conta quasi 15 milioni di follower soltanto su Instagram – ha subito alimentato un fiume solidale in tutta Italia.

“La fascia under 30 – prosegue Firenze – è quella che risulta maggiormente in target con il pubblico che segue Fedez. Quando personaggi di questo calibro utilizzano la loro popolarità per veicolare messaggi così importanti, l’effetto a cascata che si produce diventa estremamente positivo. Sensibilizzare le fasce più giovani della popolazione – precisa – significa assicurare un essenziale ricambio generazionale di donatori”. 

Adesso, osserva la presidente, si tratta di gestire con le modalità più efficienti questo inatteso flusso. “Quello che il potere comunicativo di un’icona è già riuscito a generare – conclude la presidente – è meraviglioso e sorprendente. Dall’ultimo rapporto annuale di Avis, il contributo dei giovani si dimostra in forte crescita, anche grazie a campagne di sensibilizzazione pensate per accrescere la loro consapevolezza. Ma quando gli parla direttamente un idolo, senza filtri, il risultato sortito è differente. Ora, per non diluire questa possibile spinta, invito quindi tutti i nuovi donatori a prenotarsi per la visita di idoneità, così da agevolare al massimo il lavoro dei centri trasfusionali”.

“L’appello di personaggi famosi può aiutare il sistema – dice la direttrice del Centro Regionale Sangue Toscana Simona Carli – avvicinando nuovi donatori e facendo capire che il sangue serve a tutti. Importante però è trasformare queste occasioni in un rapporto costante e non nel post di un giorno, stimolare una coscienza civile che fa scattare la voglia di prendersi cura di sé stessi e degli altri con un gesto semplice e continuativo nel tempo, indispensabile per aiutare i tanti pazienti del sistema sanitario che dipendono da questo per vivere. Invitiamo tutti i nuovi donatori a prenotarsi per la visita di idoneità, così da agevolare al massimo il lavoro dei centri trasfusionali”.