Abbiamo avuto modo di leggere la relazione annuale della DIA del secondo semestre 2022 e vedere la situazione della regione Toscana che ormai da vari anni, non è più un'isola felice per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose. Nel semestre di riferimento, il territorio toscano ha confermato come le consorterie criminali italiane (in particolare quelle di origine calabrese e campana ben più radicate e penetranti rispetto a quelle di origine siciliana) e quelle straniere continuino la loro operatività investendo i proventi illeciti nel settore turistico-alberghiero, in quello dello smaltimento di rifiuti, e in generale negli appalti pubblici.
Le consorterie criminali, infatti, tendono in maniera sempre più raffinata ad infiltrarsi nel tessuto socio-economico della Regione, utilizzando non solo imprenditori compiacenti o in difficoltà economiche, ma avvalendosi anche della collaborazione di professionisti e cercando, inoltre, appoggi o agevolazioni da parte di funzionari pubblici non proprio all'altezza della situazione. La costa soprattutto, rimane la zona più appetibile soprattutto per quanto riguarda il riciclaggio di denaro con l'acquisto di unità immobiliari e di attivià economiche.
“Le notizie che riceviamo dal lavoro delle forze dell’ordine e dalla magistratura confermano ciò che diciamo da tempo a livello associativo: questa Regione è al centro degli interessi mafiosi ed ormai c’è una dinamica di infiltrazione che purtroppo si è radicata, con la costituzione di cosche locali”. Così siè espresso Don Andrea Bigalli, referente regionale di Libera Toscana, sui numeri della semestrale dell’attività della Dia. In Toscana “le consorterie criminali italiani e straniere” continuano “la loro operatività” in settori come quello alberghiero, dei rifiuti e negli appalti pubblici: questo spiega la direzione antimafia evidenziando poi come sono stati venti nel 2022 i provvedimenti interdettivi emanati da autorità prefettizie nella nostra Regione. Il fenomeno dunque esiste anche se, come dice il referente regionale di Libera, qui ci sono anticorpi forti nelle istituzioni, nella magistratura, nelle forze del ordine, nelle associazioni.
“C’è una società civile che non si arrende a nessun titolo nel raccontare una dinamica che purtroppo trova una parte dell’opinione pubblica -aggiunge Bigalli-, stampa ed alcune dimensioni amministrative e politiche ancora scettiche su cui porre attenzione anche in modo concreto” .
Questi temi saranno anche all’ordine del giorno della Festa della legalità a Suvignano di oggi dove saranno presenti tra l’altro anche il governatore Eugenio Giani e l’arcivescovo Lojudice.
Questa sarà la quinta edizione della "Festa della legalità" promossa dalla Regione Toscana, che della tenuta di Suvignano, la più grande tra quelle sottratte alla mafia, è amministratrice, insieme ai Comuni di Murlo e di Monteroni d'Arbia, attraverso l'Ente terre regionali toscane.
La Festa inizierà alle 14.30 con la passeggiata della legalità. Alle 17.00 l'iniziativa "Suvignano tenuta aperta" alla quale prenderanno parte gli amministratori regionali e locali.
Focalizzarsi sul sistema degli appalti, sull’arrivo dei fondi Pnrr: è l’appello che Don Andrea Bigalli lancia a istituzioni e pubblica amministrazione alla vigilia dell’iniziativa. “Devo dire che è innegabile che le istituzioni debbano rivolgersi a cittadini e cittadine per chiedergli di capire ed intender le dinamiche del loro territorio”