Il caro amico Mario Mantelli, deux machine del piccolo ma prezioso museo della civiltà contadina, in località Palventa dopo l’abitato del Covigliaio sul Passo della Futa, ci porta a conoscenza, che sabato 29 e domenica 30 luglio 2023, ci saranno due giorni di festa popolare, anche se il museo è aperto al pubblico già dai primi di giugno. Infatti mi si dice che il sabato avrà luogo la tradizionale “battitura” del farro dove converranno i macchinari e tante persone per dar vita a questa magnifica pagina rurale.
Il giorno successivo, domenica, durante tutto il giorno, nel prato antistante il museo, avrà luogo altra festa popolare e popolana con musiche e canti agresti da parte ddi alcuni suonatori di fisarmoniche, quindi saranno messi in mostra decine e decine di modelli di macchine ed attrezzi in movimento legati alla civiltà contadina realizzato da un bravo artigiano di Bologna, e sembra che sul prato siano presenti anche alcune ballerine….brasiliane, per terminare con una merenda!!
Per dovere di cronaca ricordiamo che il museo amorevolmente allestito con tanta passione ed altrettanta cura dall’amico Mario Mantelli, quassù nato e vissuto anche se abita a Sant’Agata di Mugello, poiché chi colleziona (vedi gli amici del Museo di Casa d’Erci a Grezzano), ritrova, restaura, raccomoda, una infinità di oggettistica della vita rurale di una volta, ha nel sangue prima e nella mente poi il sapore di una vita vissuta che non è mai stata dimenticata. Sparita la cosidetta secolare “civiltà contadina” praticamente in pochi anni, segnatamente dal 1955 al 1965, quando si faceva a gara a lasciare il podere, per un insieme di movimenti sociali nati nel dopoguerra che non staremo qui a ricordare. Chiuse le vecchie fattorie e anche quelle piccole aziende agricole che cercavano di continuare la strada della zootecnica, agricola e rurale, avvenne così che una incredibile quantità di oggetti casalinghi ed agricoli furono completamente abbandonati. Ma in tutte le cose, si sa, c’è sempre qualcuno che ha il “pallino” di raccogliere, restaurare, accomodare, catalogare, archiviare.
Uno di questi è appunto il Mantelli del popolo di Palventa, ivi nato nel lontano 1938, che è riuscito a creare negli anni un museo piccolo, ma molto prezioso per i tantissimi oggetti che è riuscito a salvare e mettere in mostra. “Iniziai con poche cose, poi l’appetito vien mangiando – ci dice Mario affettuosamente circondato dai suoi cari e dai tanti amici – nel tempo gli oggetti sono raddoppiati, triplicati, quadruplicati, quintuplicati finendo di riempire fino all’inverosimile il vecchio granaio della mia famiglia. Poi come non potevo, dopo averli trovati, comprati e ricevuti anche in donazione – continua Mario – non ricomporre gli oggetti piccoli e grandi che componevano l’arredo della casa colonica; la vecchia cucina con tutti i trabiccoli, la camera da letto con tanto di orinale e il “prete” (alias scaldaletto), il salotto “bono” con foto e vecchi attestati al muro, insomma come vedi, ho cercato nel mio piccolo di ricostruire e di mettere in sicurezza quella che è stata la vita sociale di una volta –“. Complimenti caro Mario e grati della tua amicizia.
Ecco alcune foto di una festa a Palventa