Questa tragedia, però, ha avuto molti coautori. In primis Hamas che governa Gaza poi l'Iran, che ha fornito il supporto logistico, gli Stati del Golfo che hanno sempre giocato su più tavoli, lo stesso Israele che con Netanyahu nel 2019 auspicava e plaudiva al finanziamento di Hamas in funzione anti Autorità palestinese di Ramallah che versa da anni in stato comatoso e da ultimo, ma non per ultimo, la negazione continuata da parte dell'Occidente del diritto internazionale e delle risoluzioni dell'ONU che auspicavano Due Stati per Due Popoli e che, come ha dichiarato forte e chiaro la nostra segretaria Elly Schlein sono rimaste un miraggio o, come ha scritto Ezio Mauro, fino a sembrate un inganno.
Il fallimento di percorsi diplomatici negli anni ha permesso l’esistenza di un vero e proprio apartheid nei territori occupati, una prigione a cielo aperto per i palestinesi, marchiati solo per avere una religione diversa, per essere nati in quei territori, o semplicemente per essere parte di un altro popolo, aumentando la radicalizzazione delle coscienze. Negli ultimi anni l'Occidente ha rimosso il problema palestinese relegandolo ad una crisi locale a bassa intensità, senza soluzione e così oltre 500.000 coloni israeliani hanno occupato illegalmente vasti territori della Cisgiordania e Gaza è stata circondata da una muraglia di cemento alta oltre 6 metri.
La condanna di Hamas è senza appello e Israele ha diritto di esistere in pace e sicurezza, ma uno Stato civile e democratico non può trasformare il desiderio legittimo di giustizia in vendetta, perpetrando il massacro di civili. E così annientare la pur flebile speranza di Due popoli e Due Stati. Richiediamo con forza una tregua umanitaria immediata e duratura del conflitto tra Israele e Hamas, la cessazione immediata dei bombardamenti sui civili inermi di Gaza e di permettere l'arrivo di aiuti umanitari.
Richiediamo l'avvio immediato di trattative per il rilascio degli ostaggi israeliani e il ripristino della legalità nei territori occupati. Condanniamo l'astensione vergognosa del nostro governo sulla risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 28 Ottobre scorso. Ci appelliamo adesso più che mai per una riforma strutturale dell’Organizzazione Nazioni Unite affinché non esistano più diritti di veto in seno al Consiglio di Sicurezza, che impediscono vere e significative azioni diplomatiche e vincolanti.