Avviati i lavori propedeutici alla realizzazione dell’impianto eolico Monte Giogo di Villore. Il progetto prevede la realizzazione di 7 aerogeneratori di altezza massima pari 99 metri dalla base ed una potenza complessiva pari a 29,6 MW. I comuni coinvolti sono Vicchio, Dicomano, Rufina e San Godenzo. Il via libera era arrivato dalla Regione a febbraio 2022, senza non poche contestazioni da parte di molti. L’annuncio dell’inizio dei lavori è stato comunicato a tutte le Amministrazioni coinvolte in data 8 luglio 2023. Al momento questi stanno prevedendo il taglio boschivo delle aree interessate dal cantiere e l’esecuzione di una indagine geologica.
Un’odissea senza fine che ormai va avanti da molto. Per tanto tempo, infatti, fin dagli albori del possibile progetto, molte persone si sono battute affinché tutto questo non divenisse realtà con assemblee pubbliche, proteste e ricorsi. Le motivazioni portate avanti da questi sono il timore per l'impatto ambientale che l'impianto potrebbe causare ma, anche, quello di possibili rischi che si potrebbero generare conseguentemente a livello geologico. Timori che, secondo la Regione Toscana, a seguito delle indagini da loro effettuate, risulterebbero infondati.
Fra le tante associazioni e comitati che si sono nel tempo battuti, e che tuttora si stanno battendo, contro la creazione dell'eolico troviamo anche il comitato “Crinaliliberi”: “Come comitato stiamo continuando la battaglia e stiamo anche monitorando questi lavori e cosa succede con vari sopralluoghi. Il nostro appello è quello per la ricerca di “sentinelle ambientali” fra i cittadini per monitorare un bene che, anche se c'è un privato che possiede queste terre, è anche un bene pubblico. Ci sono ancora speranze e non abbiamo abbandonato ed è importante che i cittadini si mobilitino in quanto se è vero che le Amministrazioni hanno per legge il dovere di tutelare e denunciare eventuali soprusi, anche il cittadino ha il diritto ed il dovere di fare altrettanto nei confronti di un bene pubblico”, ha dichiarato Carli alla nostra redazione a nome del comitato Crinaliliberi.
Una speranza, quella di veder bloccato tutto, che, tuttavia, non sembra essere solo una speranza. C'è, infatti, trepida attesa nei vari comitati e associazioni contrarie all'eolico per la richiesta di sospensione dei lavori presentata da “Italia Nostra”, l'Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. La risposta del TAR è attesa per oggi, 7 settembre. L'ente, dopo aver richiesto l'accesso al TAR per il progetto esecutivo, ha incaricato il Geologo del C.A.I Marco Bastogi e l'Ingegnere geotecnico Massimo Perini di redigere una relazione per evidenziare le criticità del progetto dal punto di vista geologico e geotecnico. Criticità che hanno permesso di chiedere la sospensione dei lavori, richiedibile solo quando si individua una o più possibili motivazioni che possano portare ad un danno permanente. La risposta doveva arrivare a Ferragosto ma il Giudice Monocratico non si è pronunciato, rimandando la decisione di verdetto al TAR.
Le dichiarazioni del Presidente Italia Nostra Firenze Leonardo Rombai a Ok!Mugello
“Italia Nostra ha fatto ricorso al TAR per tante motivazioni, in primo luogo perché si distruggono paesaggi, ambienti e biodiversità con impianto di 7 torri e tonnellate di cemento e ferro su crinali fragili e con problemi sismici risaputi. E quindi perché si fa tutto questo? Senza dubbio incentivi a imprese, che paghiamo noi con le bollette, e compensazioni ai Comuni e dunque un gran raggiro di investimenti aggirando, legalmente, sia l'ART. 9 della Costituzione che ha inserito l'Ambiente e la Biodiversità, sia leggi e regolamenti europei a partire dal Piano Paesaggistico. Siamo in attesa del giudizio del TAR per il prossimo giovedì, siamo ottimisti anche se la complessità del problema potrebbe lasciare adito a risoluzioni pessimistiche che noi però non prevediamo. Staremo dunque a vedere sia il responso sulla cessazione dei lavori in corso in cantiere, sia il giudizio di merito”. ,dichiara il Presidente Rombai alla nostra redazione.
Il Presidente di Italia Nostra Firenze si è poi rivolto alla Regione. “Alla Regione noi potremmo dire che la transizione ecologica non è da meno rispetto alla transizione energetica: i due problemi si dovrebbero integrare in modo armonico e stretto e non far prevaricare l'uno sull'altro. Anche perché, in primo luogo, sappiamo bene che l'Italia è il "Paese del Sole" e non quello del vento: il livello di ventosità sull'Appennino è un dato che è al momento secretato, nessuno ha mai detto quanto oggettivamente, con i fattori di carico e le ore di funzionamento, l'impianto eolico di Montegiogo di Villore potrà portare giovamento. Si è parlato solo del fatto che potrebbe risolvere i problemi di elettricità ed energia senza però dati concreti. E' veramente un mistero e noi pensiamo che in questa fase di riscaldamento climatico ci sia anche una crisi eolica; lo si legge addirittura con riferimento alla Germania che è un Paese atlantico ma che, stando ai dati, dal 2020 si troverebbe senza vento. Noi chiediamo dunque alla Regione per darsi da fare per dare a tutti possibilità di puntare sul fotovoltaico, che non occupi terreni agricoli come invece era richiesto a tutte le associazioni di agricoltori, ma occupi, invece, ad esempio, capannoni, edifici domestici, centri commerciali, caserme, scuole per dare spazio, sopra tutto attraverso le comunità energetiche, di godere a tutti dei profitti che allo stato attuale vanno solo a gonfiare le casse delle grandi imprese. “
Intervista al Geologo Marco Bastogi, incaricato da Italia Nostra per il ricorso all'Eolico Montegiogo di Villore
“Dall'inizio mi sono occupato di esaminare la parte geologica e conseguentemente delle indagini che vengono fatte dalla Regione. Dell'impianto non andrà considerato solo il peso statico ma anche un peso dinamico, le spinte che produce il vento sono variabili e dunque il problema è che se il luogo dove si poggerà non è omogeneo (es. argilla o altro) ci sarà una risposta diversa. Durante l'assemblea pubblica del 2020 venne fuori che essendo in montagna non ci potessero essere questi problemi: le formazioni però non sono tutte uguali, esiste una parte di arenaria e una di “galestro” (parte argillosa, ndr) ma fra queste ci possono essere anche molte variabili.”, spiega Bastogi anticipando le motivazioni che hanno portato al ricorso esposto al TAR.
Il geologo del CAI durante la nostra intervista si è poi focalizzato sulle indagini portate avanti dalla Regione Toscana per redigere i progetti : “Il via ai lavori è stato validato a seguito, tuttavia, di indagini poco opportune stabilite dalla Regione. Io non dico che l'impianto non debba essere costruito ma il bilancio costi benefici è a bilancio dei benefici perché i costi non vengono presi in considerazione. Le uniche effettuate sono, infatti, prove penetrometiche ovvero l'infissione di una punta nel terreno per caratterizzare indirettamente il sottosuolo. Sarebbe una indagine valida, in questo caso, solo se fosse stata debitamente accompagnata da perforazioni che però non sono state eseguite. Le penetrometriche danno da sole dati attendibili se eseguite in pianura ma in montagna bastano due sassi incastrati fra loro per falsare i parametri. Sono sufficienti per rispondere alle esigenze di legge ma non a livello di prevenzione. Il Testo Unico per l'Ambiente prevede l'”Indagine semplificata” ma questo non significa che le indagini non debbano essere totalmente fatte, ma, sopra tutto, chiede che siano ottenute le autorizzazioni come il superamento del vincolo idrogeologico. I lavori per l'eolico del Mugello sono stati avviati senza che questa autorizzazione, fondamentale per legge, fosse ottenuta. Oltretutto la relazione della Regione vede tante parole ma pochi fatti: zero dati e nessuna immagine delle riprese aeree effettuate sopra i crinali.”
Bastogi ha poi concluso l'intervista facendo il punto delle motivazioni che hanno portato, tramite la relazione redatta assieme a Perini, a consegnare al TAR la richiesta di sospensione dei lavori dell'eolico: “Oltre alla presentazione di una relazione esecutiva consegnata al Genio Civile senza alcuna indagine conseguita, ci sono altre motivazioni che hanno portato alla richiesta di sospensione dei lavori dell'eolico Montegiogo di Villore come, ad esempio:
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l'estromissione da progetto da parte della ditta esecutrice di quello che riguarda la strada che da San Bavello (Comune di San Godenzo) porta a Corella sul crinale. Nessuno ha considerato che i camion necessari al trasporto speciale avranno una lunghezza di 72 metri, questo vuol dire che la strada vicinale dovrà passare dalla larghezza attuale di due metri a una futura di almeno 8 metri. Senza contare l'allargamento delle curve. L'estromissione dal progetto ha fatto sì che non fossero necessarie indagini su pericolosità e fragilità della strada.
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In tutti gli elaborati la pericolosità di rischio frana nella zona è segnata 3 o 4 su una scala di cinque e al momento tale dato per l'eolico è stato valutato solo con riprese aeree. Il tecnico della Regione parla, ad esempio, di “fratture corticali” ovvero esteriori, rigonfiate dall'acqua ed il gelo. Ci sono però, ad esempio, interventi eseguiti nel Comune di Dicomano con pali di consolidamento ed iniezioni di cemento: hanno buttato solo un sacco di soldi oppure ha ragione chi dice che la frattura arriva giù?
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Questa situazione complica anche la questione dell'impatto ambientale: il materiale scadente dovrà essere portato in discarica. La Regione ha redatto solo l'elaborato 7 delle terre e rocce di scavo obbligatorio per legge, in questa relazione si sono fermati alla parte alta del crinale dove c'è materiale di qualità buona. Il problema però è la parte sottostante dove la formazione e i terreni invece non sono così ma solo argilla, quella roba lì se scavata andrà sicuramente va in discarica. Serviranno dunque anche materiali nuovi che a sua volta dovranno essere scavati da altre zone. “
Non resta dunque che attendere quello che decreterà il Tribunale. Il nostro giornale sarà ancora qua a disposizione, come sempre, per aggiornare i nostri lettori su ogni sviluppo della vicenda.